Home > Il Ponte Blu > Le materie prime
Le materie prime
Il malto
Il malto è il prodotto risultante dalla trasformazione di alcuni cereali. Solitamente
è ottenuto dall'orzo, ma esistono anche malti di frumento, segale e
avena, mentre gli altri cereali sono meno adatti a causa della fragilità
dei germogli.
Tra le numerose varietà di orzo - alcune coltivate
appositamente per essere lavorate nelle malterie e poi impiegate
nell'industria della birra e del whisky - le più diffuse sono due. Quello
detto distico, con due file di chicchi sulla spiga, è seminato in
primavera; mentre l'esastico, con sei file di chicchi, viene seminato in
autunno. In genere i produttori di birra preferiscono il primo al
secondo, così come l'orzo cresciuto nelle aree continentali a quello
proveniente dalle zone marittime.
Per produrre il malto il primo passo è far germogliare i chicchi
mettendoli a bagno in acqua: in tal modo si sviluppano gli enzimi che
permetteranno di trasformare l'amido in essi contenuto in zuccheri
solubili in acqua (maltosio). Dopo quarantotto ore di immersione in acqua, i
chicchi vengono lasciati riposare così che possano germinare per 5-6 giorni prima di essiccarli in
appositi forni. Le modalità dell'essiccazione determinano il
particolare colore ed il tipo del malto. Quello più scuro avrà delle nette note
tostate, il più chiaro si rifletterà in una gamma di sapori più freschi e
vegetali. Per ottenere la birra dalle caratteristiche desiderate il
produttore può miscelare anche otto (o più) diversi tipi di malto.
Il lievito
Ingrediente fondamentale nella produzione della birra, il cui tipo
ne determina il metodo di produzione. Fondamentalmente esistono due metodi per produrre la birra.
Il primo, il più antico dopo la fermentazione spontanea (ancora usata per rari tipi di
birra, come le lambic) è conosciuto come "alta fermentazione" poiché
durante il procedimento il lievito sale in alto, a galla nella vasca. In
questo caso si utilizza il fungo Saccharomyces cerevisiae che svolge la sua
attività a una temperatura compresa tra i 15 e i 20 gradi centigradi.
Il secondo metodo, perfezionato all'inizio del secolo scorso, è detto
della "bassa fermentazione" perchè durante il processo il lievito si
deposita sul fondo delle vasche. In questo caso è previsto l'uso del
Saccharomyces uvarum, che lavora a temperature tra i 5 e i 10 gradi
centrigradi. Oltre a determinare il tipo di fermentazione, il lievito è in
grado di caratterizzare la birra in ogni suo aspetto, dalla spuma, agli
aromi, alla ricchezza del corpo. Per questo ogni produttore attinge
alle proprie colture di lieviti, talvolta tramandate attraverso le diverse
generazioni.
Il luppolo
Utilizzato nella produzione della birra per donarle il caratteristico gusto amarognolo.
Le coltivazioni di luppolo disegnano il paesaggio della campagna delle più rinomate zone di produzione
di famose birre. Le coltivazioni si riconoscono per gli alti pali che dominano la
campagna dove i fiori femminili dalla caratteristica forma conica, particolarmente aromatici, vengono lasciati
crescere senza essere fecondati, eliminando quelli maschili man mano che appaiono. Il luppolo vive fino
all'autunno ed ha diverse proprietà sfruttate nel processo di produzione della birra: la chiarifica naturalmente,
frena la riproduzione dei batteri conservandola meglio, migliora la
stabilità della spuma. Viene usato ancora in fiore solo nelle
lavorazioni artigianali. In questo caso ne sono necessari da 100 a 500
grammi ogni 1.000 di birra, a seconda dello stile. Per le produzioni industriali
si impiegano vari tipi di concentrato di luppolo (solidi o fluidi) che offrono vantaggi
perché più facilmente conservabili e perché offrono la possibilità di
dosare in modo più omogeneo le sostanze attive in esso contenute.
Vi sono aree di coltivazione del luppolo diventate leggendarie, nella
storia della birra. Particolarmente rinomati i luppoli delle campagne di Repubblica Ceca,
Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone ed Australia divenuti famosi per le birre
cui conferiscono le caratteristiche proprietà.
L'acqua
Ingrediente basilare per la produzione della birra. Grazie alle particolari
qualità dell'acqua con cui vengono prodotte, alcune birre sono diventate famose nel mondo.
In passato, le fabbriche di birra nascevano vicino alle sorgenti, perché la particolarità dell'acqua (data
principalmente dalla percentuale di sali minerali contenuti, che la
possono rendere leggera, media e dura) non era riproducibile. Oggi
non è più indispensabile, perché le caratteristiche dell'acqua
necessarie alla produzione di un certo tipo di birra si possono ricreare artificialmente.